RossoSi presenta all’aspetto di colore rosso in varie tonalità (dal porpora al rubino fino al granato e all’aranciato), e viene prodotto dal mosto fatto macerare sulle bucce, così da estrarre polifenoli e le sostanze coloranti naturalmente presenti su di esse. È generalmente caratterizzato da un’ampia varietà di profumi (fiori, frutta, confettura, erbe, spezie) e da una più o meno elevata sensazione di morbidezza, corposità e tannicità; va consumato ad una temperatura di servizio compresa fra 14 °C e 20 °C. Gli accoppiamenti ottimali sono con le carni rosse, la cacciagione, i formaggi, e tutte le pietanze basate su cotture prolungate e sughi strutturati.
BollicineL’Effervescenza del vino è lo sviluppo di bollicine (perlage) dopo l’apertura di una bottiglia di vino in conseguenza della liberazione di anidride carbonica. L’anidride carbonica è una sostanza gassosa a temperatura ambiente, ma è dotata di grande facilità di dissoluzione nelle soluzioni acquose, quale di fatto è anche il vino. L’apertura della bottiglia fa liberare il gas, le cui bollicine creano la spuma tipica di questi vini. Nei vini frizzanti e negli spumanti, le bollicine di anidride carbonica (chiamate anche pérlage) danno vita alla spuma, esaltano i profumi e la brillantezza del colore, rafforzano la sensazione di freschezza al palato caratteristica di questi vini. Le bollicine ideali sono fini, numerose e persistenti. Danno vita ad una spuma fine, più evanescente nei vini frizzanti e più persistente negli spumanti di qualità, soprattutto se elaborati con il metodo classico. Lo scostamento da queste condizioni ideali (bollicine più rade, o grossolane, o di breve durata) rappresenta un fattore negativo ai fini del giudizio e punteggio del vino sotto esame. Numerosità, finezza e persistenza delle bollicine nel vino, sono dovute non alla pressione, ma alla struttura del vino stesso. Al livello più basso della scala della struttura, c’è l’acqua distillata. Se sovrassatura in anidride…
Whisky e SpiritiIl whisky è un distillato ottenuto dalla fermentazione e successiva distillazione di vari cereali, maturato in botti di legno. Alcuni cereali, spesso l’orzo, vengono fatti germinare e trasformati in malto. I migliori whisky al mondo sono considerati quelli scozzesi, americani, irlandesi e da qualche anno anche quelli giapponesi. Il whisky è il distillato da meditazione per eccellenza, una coccola di fine giornata da dedicarsi rigorosamente senza fretta. Lo si può fare da solo o accompagnando con stuzzichini di formaggio podolico o con un pecorino stagionato per un distillato più “potente” o con una toma di capra per qualcosa di più delicato. Classico è l’abbinamento con un cioccolato fondente di ottima qualità. Naturalmente si può abbinare il whisky con ottimi sigari oppure con dell’ottimo tabacco da pipa, delle English Mixture non troppo profumate ma intense regaleranno forti emozioni per una vera coccola di fine giornata.
ItaliaIl vino italiano è prodotto in ogni regione d’Italia, sede di alcune delle più antiche regioni vinicole del mondo. L’Italia è il più grande produttore mondiale di vino, con una superficie di 702.000 ettari (1.730.000 acri) coltivati a vigneto e con una media annuale 2013-2017 di 48,3 milioni di hl di vino. Nel 2018 l’Italia rappresentava il 19% della produzione mondiale, davanti a Francia (17%) e Spagna (15%). Il vino italiano è sia esportato in tutto il mondo che popolare a livello nazionale tra gli italiani, che consumano una media di 42 litri pro capite, posizionandosi al quinto posto nel consumo mondiale di vino. Etruschi e coloni greci producevano vino in Italia prima che i romani piantassero i propri vigneti nel II secolo d.C. I romani aumentarono notevolmente la superficie viticola dell’Italia utilizzando metodi di viticoltura e di vinificazione efficienti e furono i pionieri delle tecniche di produzione e conservazione su larga scala come la produzione di botti e l’imbottigliamento.
PiemonteDall’alto, il Piemonte sembra una soffice trapunta a quadrettoni drappeggiata elegantemente sull’arco alpino, i cui rilievi coperti formano morbidi declivi striati. Avviciniamo gradualmente lo sguardo e ci accorgiamo che ognuno dei quadrettoni è una vigna e le striature sono filari. Ogni filare è composto da viti, foglie, tralci e grappoli, a loro volta formati da acini, perle di un tesoro che un giorno diventeranno vini piemontesi. Il Piemonte è lo scrigno che racchiude queste perle. Considerato a buon diritto una delle regioni enologiche più ricche d’Italia, è senz’altro la più importante in termini di numeri, dato che tra vini rossi e vini bianchi vanta 42 vini DOC e 16 DOCG, un acuto italiano in campo enologico. Basti pensare alla recente costituzione della “Strada Reale dei vini torinesi”, un percorso nei luoghi del territorio del capoluogo lungo 600 chilometri che percorre buona parte del Canavese, della Collina Torinese, del Pinerolese e della Val di Susa. In Piemonte è nato anche lo spumante, il più famoso dei quali (e non solo in Italia) è certamente quello d’Asti.
ToscanaLa Toscana è indubbiamente una delle più importanti regioni vitivinicole italiane grazie alle sue celebri etichette di fama internazionale. Un vero e proprio gioiello dell’enologia mondiale, con una straordinaria varietà di vini dalle differenti caratteristiche e una storia millenaria che si perde nei secoli. Il paesaggio tipico toscano racconta da solo la forte vocazione vitivinicola del territorio: chilometri e chilometri di splendidi filari che si stendono sulle colline del Chianti e della Costa degli Etruschi o immersi nei panorami da cartolina della Val d’Orcia e della Val di Chiana. Si tratta di un patrimonio di ben undici denominazioni di origine controllata e garantita (DOCG), quarantuno denominazioni di origine controllata (DOC) e sei indicazioni geografiche tipiche (IGT). Non si può parlare dell’enologia toscana – ma neanche di quella mondiale – senza pensare al Brunello di Montalcino, al Vino Nobile di Montepulciano, al Chianti Classico e ai Supertuscan, prodotti nella zona di Bolgheri. L’anima indiscussa dei vini rossi della regione è il Sangiovese, presente in quasi tutte le DOC. Un’uva rossa di grandissima qualità e carattere, ma di non facile coltivazione, che dà risultati molto diversi a secondo del microclima e del terreno dove viene coltivata.
FranciaIl vino francese è prodotto in tutta la Francia, in quantità comprese tra 50 e 60 milioni di ettolitri all’anno, ovvero 7–8 miliardi di bottiglie. La Francia è uno dei maggiori produttori di vino al mondo, insieme alle regioni vinicole italiane, spagnole e americane. Il vino francese fa risalire la sua storia al VI secolo a.C., con molte regioni francesi che datano la loro storia vinicola all’epoca romana. I vini prodotti vanno da vini costosi venduti a livello internazionale a vini modesti di solito visti solo in Francia, come i vini Margnat durante il periodo del dopoguerra. Due concetti centrali per i migliori vini francesi sono la nozione di terroir, che collega lo stile dei vini ai luoghi in cui vengono coltivate le uve e il vino è prodotto, e il sistema Appellation d’origine contrôlée (AOC), sostituito dal Appellation d’Origine Protégée (AOP) nel 2012. Le regole di denominazione definiscono strettamente quali varietà di uva e pratiche di vinificazione sono approvate per la classificazione in ciascuna delle centinaia di denominazioni geograficamente definite della Francia, che possono coprire regioni, villaggi o vigneti. La Francia è la fonte di molti vitigni (come Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Pinot nero, Sauvignon blanc, Syrah) che sono ora…
BordeauxLa regione di Bordeaux è la zona che più di ogni altra ha reso i vini francesi famosi nel mondo. Questo successo è stato ottenuto grazie a secoli di tradizione e di ricerca della qualità. La fama del Bordolese è dovuta soprattutto ai vini rossi, l’80% della produzione, con la loro imponente struttura e potenza, ma anche per i vini muffati o botritizzati. I famosi e costosi vini di Bordeaux costituiscono in realtà una minima percentuale della produzione totale, mentre la maggior parte dei vini prodotti nella regione (700 milioni di bottiglie l’anno) sono semplicemente dei buoni vini e spesso con prezzi molto accessibili. Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot sono le tre uve principali con cui si producono i vini rossi di Bordeaux. Questa composizione nota come “Taglio Bordolese” è oramai presente in moltissimi vini prodotti in tutto il mondo
BorgognaLa Borgogna è famosa nel mondo per i suoi vini bianchi da uve Chardonnay e rossi da Pinot Nero, vitigni autoctoni di questa regione, vini che sono da sempre considerati come modelli di riferimento per le altre regioni in cui si producono vini con le stesse uve. La Borgogna si trova nella parte centro-orientale della Francia ed è uno dei luoghi più a nord del mondo in cui si producono vini rossi. Sia lo Chardonnay che il Pinot Nero producono i migliori risultati in climi freschi come quello della Borgogna ed è per questa ragione che il livello qualitativo raggiunto qui rimane tutt’oggi senza uguali. D’altra parte la latitudine ha anche degli svantaggi: le avversità climatiche possono portare nelle annate sfavorevoli ad ottenere vini con profili gusto-olfattivi non sempre ottimali. I vini di Borgogna tendono quindi ad essere diversi a seconda delle annate, cosa che rende la varietà e complessità di questa regione ancora più intrigante. Oltre allo Chardonnay e al Pinot Nero,in Borgogna si coltiva anche l’Aligoté (vitigno a bacca bianca del Mâconnais usato per produrre vini di largo consumo e talvolta presente nel Crémant de Bourgogne) e il Gamay, la celebre uva rossa con cui si producono i…
ChampagneLo Champagne come vino spumante, la sua eleganza e la sua indiscussa classe è intimamente legata alla sua zona di produzione, la Champagne. In questa zona nei secoli ha trovato la sua definizione il metodo di produzione “Champenoise” mediante rifermentazione in bottiglia, che poi si è diffuso in tutto il mondo, a partire da vitigni diversi ma anche con le stesse medesime uve usate nello Champagne. Tuttavia la classe, l’eleganza e la personalità dei vini prodotti nella zona di origine è tutt’oggi ineguagliata.La zona nota come Champagne si trova a circa 150 chilometri a nord-est di Parigi. Sembra che la vite fosse presente nella nella zona già in epoca terziaria, tuttavia la storia enologica della Champagne inizia con l’Impero Romano. Solamente a partire dal XVII secolo, grazie ad una serie di circostanze dovute alle particolari condizioni ambientali e climatiche dell’area, i produttori iniziano ad interpretare, sfruttare e controllare le varie fasi produttive, fino ad arrivare alla metà del 1800 a ciò che definiamo oggi “Champagne” In pratica i vigneti della Champagne vengono classificati con un sistema del 1911 detto Echelle des Crus (scala dei cru), sulla base della qualità di ogni singolo cru e alla sua distanza dal cuore commerciale…
ScoziaIn Scozia sono tre le principali regioni in cui si elabora il whisky: Le Highlands e le isole; le Lowlands e lo Speyside. Ogni regione dà al suo whisky proprietà peculiari che lo differenziano da quello delle altre regioni. Il sapore della bevanda, però, si deve soprattutto al processo di invecchiamento a cui è sottoposto in ognuna di esse. È nelle botti infatti che il whisky passa la maggior parte del tempo ed è da esse che acquisisce gran parte del suo sapore. Il whisky delle Highlands e delle Isole si distingue per il gusto affumicato che si ottiene affumicando il cereale prima di macinarlo. Quello delle Lowlands, invece, ha un gusto più secco e morbido, mentre quello di Speyside si distingue dagli altri due perché è più leggero e dolce. Oggi in Scozia ci sono poco più di 100 distillerie attive. Ognuna di esse produce approssimativamente tra 1,2 e 2 milioni di litri di whisky ogni anno. Questo significa che se ne ottengono circa 450 milioni di litri l’anno ai quai va aggiunto il contenuto delle botti che viene fatto invecchiare per più di 10 anni.